La lavorazione a Mano a Puntillo grosso medio o fine è il più antico dei trattamenti superficiali della pietra lavica dell’Etna e veniva realizzato con punta o puntillo e mazzuolo da abili operatori manuali detti scalpellini ed oltretutto, nella nostra famiglia, da Papà e dal Nonno.
Si tratta di una percussione della pietra mediante scalpelli di varie dimensioni che determinano sulla superficie un’alternanza di zone depresse e zone in rilievo; il risultato finale dipende sostanzialmente dal grado di spuntatura richiesto, da scegliersi tra spuntato “fine” o puntillo fine, spuntato medio” o puntillo medio e spuntato “grosso” o puntillo grosso ove l’effetto dei rilievi va gradualmente crescendo.
In materia di spuntatura è opportuno soffermarsi su un aspetto tecnico, da più parti sottovalutato: le caratteristiche di struttura, tessitura e porosità del Basalto estratto dalla nostra cava, lo mettono in condizione di sopportare più o meno bene i trattamenti per urto che, notoriamente, costituiscono uno stress di una certa rilevanza.
Normalmente, in caso di impiego di materiale puntellato, è richiesto agli elementi un aumento di spessore onde poter sopperire alle sollecitazioni dei colpi inferti dalla lavorazione alla superficie.
Tuttavia, detto aumento, spesso, può non apportare alcun vantaggio poiché secondo la tipologia di materiale estratto ed in funzione della presenza di prodotti provenienti da cave diverse, ciò che viene sottovalutato è l’indebolimento a scala sub-millimetrica della struttura intima della roccia, la quale reagisce alla lavorazione con apertura di porosità secondarie, altrimenti non presenti, e creazione di una accessibilità delle porosità già esistenti, altrimenti non accessibili. Questo meccanismo è deleterio e, sicuramente, responsabile della diminuita resistenza meccanica e fisica in molti tipi di basalto che gli usuali test in laboratorio non evidenziano ma che la prova sul campo specie nelle pavimentazioni stradali mostra con drammatica criticità.